Tre aggettivi: riflessivo, profondo, fantasioso
La trama in breve: Arha è la sacerdotessa di un culto antico e tenebroso, fatto di misteri, ombre e solitudine. È speciale, e potente, e pensa che sarà per sempre la Prima Sacerdotessa delle Tombe di Atuan. Ma stanno per succedere eventi nuovi, che sconvolgeranno la sua visione del mondo e della vita.
La recensione: Secondo libro della saga di Terramare, “Le tombe di Atuan” è secondo me pari al primo, “Il mago”, in quanto a qualità. Se “Il Mago” era la storia della crescita di Sparviere da bambino fino a uomo adulto, “Le tombe di Atuan” racconta la crescita di una ragazza dotata di enorme potere, ma costretta da obblighi e regole a vivere una vita di oscurità e distacco. In quanto Prima Sacerdotessa, le viene insegnato che lei è stata divorata dalle tenebre, che non è rimasto più niente di lei, che adesso è solo un tramite per i poteri del buio. Arha è, però, un personaggio interessantissimo: intelligente, riflessiva e determinata, con una punta di superbia che deve imparare a gestire. Il romanzo si basa tutto sul suo sviluppo interiore, sugli eventi che la portano a cambiare e ad evolvere. È una storia ricca di atmosfera (l’intero ambiente delle Tombe di Atuan comunica un senso di isolamento e inquietudine che penetra davvero nella mente del lettore), di riflessioni profonde e di personaggi bellissimi. Arha è probabilmente fra i protagonisti che ho più apprezzato in generale.
Si può leggere questo libro anche senza aver letto il primo, perché i collegamenti sono pochi. Però sicuramente ci sono diverse parti che si apprezzano meglio, se si è letto “Il Mago” e si conosce la storia di Sparviere.
Io lo consiglio a chiunque abbia voglia di un fantasy intelligente e profondo con una grande attenzione ai personaggi.
La prosa è elegante, anche se resta sempre chiara e scorrevole.
Da evitare se: Se avete voglia di una narrazione rapida e ricca di azione.
Foto di Elena Bertocci
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