Tre aggettivi: avventuroso, piacevole, poco strutturato
La trama in breve: January, una ragazza di razza mista nell’America dei primi del 1900, vive sotto l’ala del ricco signor Locke, il quale le ha sempre insegnato ad essere molto grata. Ma January scopre qualcosa che non dovrebbe: una Porta, un varco che conduce in un mondo diverso, e che la porterà a vivere un avventuroso viaggio di scoperta personale.
La recensione: La mia esperienza con questo libro è stata un po’ strana. L’ho iniziato senza grande entusiasmo, poi mi ha coinvolta tantissimo, e poi sull’ultima parte mi ha un po’ persa. C’è sicuramente molto di buono, per esempio promuove dei messaggi ottimi, ben comunicati e toccanti: l’intero significato delle Porte, la vitalità del cambiamento, il desiderio legittimo di scoperta e autodeterminazione. Sono temi importanti, che portano a molte scene commoventi.
La base dei personaggi è buona, però non sono particolarmente profondi…a parte il signor Locke, che è a mani basse la parte migliore del libro.
La struttura è un po’ traballante, nel senso che la prima parte del romanzo procede molto lentamente (e non è un male), e poi iniziano a succedere una miriade di cose una dopo l’altra (alcune delle quali un po’ inutili), senza che ci sia il tempo di assimilarle.
Sembra che quindi non lo giudichi un buon libro, ma non è del tutto così: è anche accattivante, e piacevole, e pieno di buone idee. Gli serviva qualche correzione in più.
La prosa è coinvolgente, anche se a tratti un po’ troppo carica di metafore.
Da evitare se: Se volete una storia matura, strutturata con precisione.
Foto di Luisa Scopigno
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