Tre aggettivi: intrigante, intelligente, approfondito
La trama in breve: L’orogenia è uno strano potere, immenso, ma molto pericoloso: è la capacità di controllare l’energia sismica, di sedare (o provocare) terremoti ed eruzioni. Chi lo possiede è considerato utile, ma è anche odiato per la sua capacità di distruggere. Tre orogene, Damaya, Syenite ed Essun, affrontano pericoli e pregiudizi in un mondo che non le riconosce come persone vere, e che farà di tutto per controllarle.
La recensione: Ci sono molti punti di forza, in questo libro. L’ambientazione è particolarmente interessante: non è chiaro il periodo storico a cui ci si riferisce, perché la tecnologia disponibile e le convenzioni sociali dipendono dalle caratteristiche del mondo inventato da Jemisin: si parla di docce e frigoriferi, però la gente si sposta a cavallo. Esiste l’elettricità, ma non il motore a scoppio, probabilmente perché la natura sismica del tutto particolare di questo mondo rende difficile o impossibile usare il petrolio. I rapporti fra le persone sono regolati da un sistema di caste che si è sviluppato per garantire l’efficienza della popolazione, in un mondo così ostile e pericoloso in cui un disastro sismico è probabile da un momento all’altro.
È veramente molto interessante. Così come sono interessanti gli elementi magici: l’orogenia, i mangiapietra, gli strani poteri dei Custodi.
I personaggi, poi, sono ben fatti, complessi e intriganti.
Se c’è un difetto, è nella struttura: questo libro è in pratica un lungo prologo. È parte di una trilogia, per cui mi aspettavo che la storia rimanesse in parte aperta, ma non c’è proprio nessun tipo di conclusione.
Probabilmente i libri successivi lavoreranno su tutti gli elementi che il primo ha solo presentato. Io avrei preferito comunque uno sviluppo un po’ più soddisfacente, anche in questo libro qui…che non mi lasciasse con la sensazione di aver letto un’introduzione di 400 pagine.
La prosa è ottima, va detto: incisiva e scorrevole, ti cattura, ti immerge nell’atmosfera della storia e non ti lascia andare.
Da evitare se: Se avete voglia di una storia breve e autoconclusiva.
Foto di Elena Bertocci
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