Tre aggettivi: inconcludente, elaborato, frustrante
La trama in breve: Kvothe continua a ripercorrere le sue passate avventure, narrando gli eventi che hanno scatenato la rovina del mondo.
La recensione: Questo è il secondo romanzo della serie “Le Cronache dell’Assassione del Re”, e devo ammettere che mi ha piuttosto irritata, perché ignora completamente le premesse che sono state poste nel primo libro: in “Il Nome del Vento”, Kvothe ci assicura che ci racconterà cosa ha scoperto sui Chandrian, e come mai il mondo è andato in rovina. In “La Paura del Saggio” invece Kvothe vive avventure varie, slegate fra loro, e completamente scollegate dal mistero dei Chandrian.
Non è irrazionale pretendere che una storia ti dia quello che ti promette.
Peccato, perché la trama è molto divertente, finché si svolge all’Accademia: i professori sono fantastici, gli amici di Kvothe sono assolutamente adorabili, e anche la rivalità con Ambrose è ben fatta. Le altre avventure di Kvothe non sono neanche lontanamente altrettanto interessanti.
Il romanzo ha senz’altro dei pregi, ma troppe cose rimangono senza un vero scopo narrativo: forse acquisteranno un senso con il libro successivo, ma non so si potrà rimediare a tutto.
La prosa è molto elaborata e poetica: a volte risulta un tantino esagerata, ma per la maggior parte del libro è davvero bella, ed è probabilmente il motivo principale per cui la lettura risulta comunque coinvolgente.
Da evitare se: Se volete veder progredire la trama iniziata nel primo libro.
Foto di Elena Bertocci
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