Tre aggettivi: memorabile, assurdo, superficiale
La trama in breve: Durante un attacco nucleare, alcune persone riescono a rifugiarsi in dei bunker sotterranei collegati tra loro tramite microfoni e telecamere. Non possono uscire, ma possono comunicare gli uni con gli altri, e sopravvivere…finché qualcosa inspiegabilmente riesce a penetrare nei bunker, e ad ucciderli uno per uno. Qualcosa che sembrerebbe proprio un enorme coniglio rosa.
La recensione: Questo libro è stata un’esperienza folle, non ho parole. Decisamente non è un buon libro: la prosa è quella che è, la trama è assurda, i personaggi sono tratteggiati appena…eppure a volte è divertente, per il solo fatto di essere completamente fuori di testa. Cerca di essere spaventoso, ma non ci riesce molto: forse perché l’idea di essere intrappolati in un bunker sotterraneo e di venire braccati da un enorme coniglio rosa che magicamente attraversa le pareti è troppo ridicola. Bisognerebbe saper scrivere veramente bene, e scegliere un tono che sfrutti nel modo giusto l’assurdità della situazione. Peccato che non sia questo il caso.
Ci sono diversi tentativi di parlare di tematiche rilevanti (razzismo, intolleranza, salute mentale), ma non sono esattamente trattati con una grande finezza.
Non penso che consiglierei questo libro a nessuno: probabilmente andrebbe letto con lo stesso spirito con cui si guardano film di serie z, lasciandosi intrattenere dalla loro assurdità…ma onestamente, non penso ne valga la pena.
La prosa è molto zoppicante. Prova a essere intima ed emotiva, ma fallisce miseramente.
Da evitare se: Se volete una storia scritta bene.
Foto di Luisa Scopigno
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