Tre aggettivi: dolceamaro, coinvolgente, ingegnoso
La trama in breve: Irlanda, 1914: William Jackson Crawford è un professore di ingegneria con una vita del tutto ordinaria…fino alla morte del suo giovanissimo figlio.
Inizia allora a frequentare le sedute spiritiche della medium Kathleen Goligher, che dichiara di saper comunicare con i morti. Lì Crawford trova la sua vocazione: dimostrare con metodo scientifico la presenza degli spiriti. Riusciranno Crawford e Kathleen a provare al mondo l’esistenza del paranormale?
La recensione: “La Meccanica degli Spiriti” è un romanzo gotico che prende spunto dall’intrigante storia vera di Kathleen Goligher e di William Jackson Crawford.
È anche un romanzo che ha un certo carattere: Crawford è un personaggio intelligente, ma anche molto goffo e imbranato, sempre fuori luogo, e fa quasi tenerezza. È un punto di forza, una nota di umorismo in un romanzo che altrimenti sarebbe molto più cupo.
Non mancano, infatti, le atmosfere fosche e le tematiche pesanti: le sedute spiritiche di Kathleen Goligher sono inquietanti e grottesche, ma c’è una tristezza infinita in chi partecipa alle sedute pur di poter avere un’ultima parola con una persona cara, e c’è tristezza anche in Kathleen, prigioniera di un ruolo su cui non sembra avere molto controllo.
È una lettura intrigante, che parla del senso di smarrimento e disperazione dell’Europa prigioniera dell’orrore della Prima Guerra Mondiale. È così strano, in fondo, rivolgersi verso l’ignoto per avere conforto, quando la realtà è così spaventosa?
La prosa è fine, scorrevole.
Da evitare se: Se non apprezzate le ambiguità e le sottigliezze tipiche dei romanzi gotici.
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