Tre aggettivi: crudo, commovente, coinvolgente
La trama in breve: Ogni anno, cento ragazzi si riuniscono per la Lunga Marcia. Iniziano a camminare, e non gli è permesso fermarsi: chi si ferma, viene ucciso. L’ultimo ragazzo rimasto vivo otterrà in premio qualunque cosa desideri.
Ray non sa spiegare perché ha scelto di partecipare, però adesso è lì, con altri ragazzi con cui inevitabilmente stringerà amicizie improbabili e disperate, fino alla fine della marcia.
La recensione: A volte Stephen King ha queste idee semplici e di enorme impatto, che ti lasciano col fiato sospeso. Ricordo che ero quasi in trance, leggendo “La Lunga Marcia”. È una storia che ti cattura completamente per quanto è profonda: si direbbe che questi 100 ragazzi non debbano stringere legami fra loro, e invece ne nascono di tutti i tipi: rivalità, alleanze fragili, e amicizie intense e brucianti.
È una storia cruda che parla delle strane motivazioni che ci spingono a prendere decisioni. Nessuno dei ragazzi è stato obbligato, hanno tutti scelto volontariamente di partecipare, e nessuno è in grado di spiegare con chiarezza il perché. È una storia sulle conseguenze, e sulla determinazione, e sulla complessità degli esseri umani.
È decisamente uno dei miei libri preferiti di Stephen King.
La prosa è coinvolgente e scorrevole.
Da evitare se: Se volete una storia allegra. Questo libro può spezzare il cuore.
Foto di Elena Bertocci
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