Tre aggettivi: dolce, duro, fantasioso
La trama in breve: C’era un bambino che ha conosciuto un’amica molto particolare. C’era un laghetto, che secondo la sua amica era un oceano. C’era un nemico molto spaventoso da sconfiggere. Adesso c’è un uomo adulto, che ripensa alla sua infanzia, chiedendosi se le cose incredibili che ricorda sono successe davvero.
La recensione: Può un libro essere definito sia dolce che duro? Nel caso di Neil Gaiman sì, perché è la sua specialità. Le storie che scrive sono piene di pericoli e di orrori, ma anche di meraviglia e di tenerezza. Non a caso è il mio autore preferito, proprio perché sa toccare con grazia una gamma infinita di emozioni.
“L’Oceano in Fondo al Sentiero” è, secondo me, ingiustamente sottovalutato in confronto ad altri suoi lavori: non ha raggiunto la stessa fama di opere come “American Gods” o “Coraline”, ma la meriterebbe.
I suoi punti di forza sono molti, e uno è sicuramente la fantasia sfrenata: non è semplice creare elementi magici completamente originali, e inserirli in una storia in modo tanto armonioso e delicato. Non ci sono riferimenti esistenti a cui aggrapparsi, questa è una storia fantastica che non copia niente, è del tutto unica. Un altro punto di forza è l’immediatezza della storia…perché se anche non abbiamo vissuto gli eventi incredibili che accadono al protagonista, conosciamo quel sentimento di fondo caratteristico dell’infanzia: gli adulti a volte non capiscono, non vedono quello che vedi tu, e non comprendono perché sia tanto importante.
Gaiman è un maestro nel trattare con rispetto i suoi personaggi bambini: il nostro protagonista è sensibile e pieno di risorse, ma il suo dolore e la sua paura sono reali, e hanno delle conseguenze. Gaiman sa che i bambini sanno affrontare molte cose, e che loro le emozioni sono vere e importanti.
Consiglio questo libro a tutti, è una riflessione sulle avversità dell’infanzia piena di fantasia e di emozione.
La prosa è immediata, elegante e precisa.
Da evitare se: Non c’è motivo.
Foto di Elena Bertocci
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