Tre aggettivi: terrificante, misterioso, riflessivo
La trama in breve: L’astronave Argonos è nei guai, dilaniata dalle tensioni e dalle lotte di potere. Ma le cose diventano molto peggiori, e molto più incomprensibili, quando incappano in due scoperte inquietanti: un pianeta pieno di morti, e una misteriosa astronave non umana, apparentemente vuota…
La recensione: Questo è precisamente quello che ho in testa quando penso alla fantascienza horror: un libro che sa sfruttare bene il terrore dell’ignoto e l’isolamento assoluto dello spazio. Non siamo preparati ad avere a che fare con manufatti di origine aliena, specie quando hanno su di noi degli effetti spaventosi che non riusciamo a comprendere...e specie se ci troviamo in un’astronave isolata nello spazio profondo senza nessun contatto con nessun altro gruppo di umani nell’universo.
I personaggi sono piacevoli e credibili, ad alcuni ci si affeziona facilmente perché sono molto ben caratterizzati. Tuttavia, senza dubbio lo scopo principale di questo libro è creare un’atmosfera di terrore reverenziale e inquietudine, e in questo riesce alla grande.
Ci sono anche molte riflessioni profonde e interessantissime sulla fede, sulla speranza e sul peso delle nostre decisioni sbagliate.
Lo consiglio vivamente a chiunque abbia voglia di un horror molto efficace.
La prosa è secca e diretta, perfetta per creare tensione.
Da evitare se: Se non vi piace l’horror, e anche se preferite leggere fantascienza con solidissime basi scientifiche. Questo romanzo non si concentra molto sul funzionamento della tecnologia o dei viaggi interstellari, perché si occupa più dell’atmosfera e delle reazioni umane.
Foto di Elena Bertocci
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