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Immagine del redattorebertoccielena

L'Amico Immaginario di Stephen Chbosky

Tre aggettivi: ambizioso, interessante, ma infine deludente

La trama in breve: Un giorno Christopher esce da scuola, e decide di addentrarsi per un po’ nel bosco che circonda Mill Grove. Da quel momento, nessuno ha più sue notizie per sei giorni.

Quando alla fine Christopher riemerge dal bosco, apparentemente sano e salvo, c’è qualcosa di diverso in lui: conosce troppe cose, cose che un bambino di sette anni non dovrebbe sapere. E sente una voce, quella del suo amico invisibile, che gli sussurra nella testa di andare nel bosco per costruire una casetta sull’albero. A che serve la casa sull’albero? Cosa c’è nel bosco? Dov’è stato Christopher per sei giorni, e con chi?


La recensione: Può una storia essere allo stesso tempo un po’ confusa, e troppo didascalica? Sembrerebbe proprio di sì. “L’amico Immaginario” parte benissimo, con una narrazione ipnotica e originale, impossibile da prevedere. E poi, gradualmente, si perde quel senso di profonda inquietudine e di stranezza.

La trama diventa molto ripetitiva, e ci si sofferma a dare troppe spiegazioni: cosa che ha il doppio effetto di rallentare il ritmo degli eventi, e di infastidire il lettore che non gradisce di sentirsi ripetere cento volte qual è la morale della storia.

Peccato, perché le premesse c’erano, i personaggi sono interessanti, e la prosa è molto piacevole: ben studiata, ben bilanciata, scorrevole ed evocativa.

I fan dell’horror possono comunque dargli una chance, perché ci sono diverse scene piuttosto intense che ne valgono la pena.

Da evitare se: Se volete leggere una storia con una struttura solida e tematiche sfumate.



Foto di Luisa Scopigno

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