Tre aggettivi: toccante, profondo, divertente
La trama in breve: Craig aveva un buon piano per uccidersi, ci aveva pensato bene, ma alla fine, la fatidica sera, sceglie invece di andare in ospedale.
Ha quindici anni, è appena entrato in una scuola esclusiva, ha una bella famiglia e degli amici...eppure, è ricoverato in psichiatria, insieme ad altri che, come lui, non si sono trovati in sincronia con la vita. Inizia così un resoconto ironico e commovente su come si fa a guarire e ricominciare.
La recensione: Ci sono molte parti di questo libro che mi sono rimaste profondamente impresse e che porto con me da anni. Oltre ad essere una storia molto tenera, è anche una miniera d’oro di spunti e indicazioni su cosa fare quando ci si rende conto di non essere felici…anche se sulla carta la vita che abbiamo dovrebbe essere perfetta.
A volte si deve fare una pausa, per darci il tempo di vedere con chiarezza cosa c’è che non va. Craig sceglie di darsi questa possibilità, e passa cinque giorni in compagnia di personaggi complicati e sofferenti ma profondamente umani. Cinque giorni di scoperte, intuizioni, cambiamenti.
Nonostante il tema serio, il romanzo riesce comunque ad essere leggero ed ironico, e soprattutto pieno di speranza: Craig e gli altri personaggi sono trattati con enorme rispetto e delicatezza, senza mai sminuire i loro problemi, ma ricordandoci che c’è sempre un modo per migliorare le cose. Siamo più del nostro dolore.
Lo consiglio a tutti, è una storia che fa bene.
La prosa è brillante e scorrevole.
Da evitare se: Se per voi la salute mentale e il suicidio sono temi particolarmente sensibili.
Foto di Elena Bertocci
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