Tre aggettivi: vivace, commovente, agrodolce
La trama in breve: Una ragazza scappa dalla California per sfuggire ai suoi persecutori, e si rifugia in una remota cittadina del Cile. Qui avrà l’occasione di maturare e di riconnettersi con le origini della sua famiglia.
La recensione: Questo libro è un giro sulle montagne russe. Insieme a Maya, completamente immersi nel suo punto di vista, attraversiamo estremi di emozioni: gioia intensa e disperazione, apatia e curiosità, paura e speranza. È raro trovare un romanzo che sia capace di raccontare con tanto amore un personaggio così complicato e sofferente, accompagnandoci nella sua crescita, dando importanza ad ogni scoperta che fa, a ogni relazione che stringe.
L’ambientazione è sfruttata molto bene, ed è anche parecchio interessante, perché insegna tante cose sulla cultura cilena e nello specifico sulla vita e le usanze dell’arcipelago di Chiloé.
È un libro che tocca il cuore, e di cui poi ci si ricorda con affetto.
Da evitare se: Non saprei.
Foto di Elena Bertocci
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