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Il Principe Meccanico di Andreas Steinhöfel

Tre aggettivi: intelligente, fantasioso, profondo

La trama in breve: Max è un bambino in difficoltà, triste, solitario e arrabbiato. Ha un disperato bisogno che qualcosa cambi, ma non sa come. Finché un giorno il cambiamento arriva, del tutto inaspettato: gli viene regalato un biglietto della metropolitana speciale, dorato, che gli permetterà di scendere in stazioni fantastiche che le altre persone non possono vedere. Potrà scoprire cose incredibili e vivere avventure, con un solo avvertimento: “attento al principe meccanico”.

La recensione: Se avessi letto questo romanzo quando avevo dodici anni, avrei capito tante cose importanti sulla complessità dei sentimenti umani. Come libro per ragazzi, infatti, è perfetto: tratta i lettori con rispetto, fidandosi che un bambino sappia gestire le scene più spaventose, e sappia comprendere le diverse sfumature dei temi affrontati. Amore, autostima, paura, coraggio, rabbia, sono tutte cose che bisogna imparare a capire: non è semplice, ma libri come questo aiutano. Tanto che anche adesso, leggendolo da adulta, ci ho trovato un sacco di spunti di riflessione utili.

È anche un libro molto divertente ed emozionante, pieno di personaggi particolari e di prove fantasiose da affrontare. Lo consiglio a chiunque abbia voglia di una bella avventura con risvolti profondi.

Unica piccola pecca: per certi versi, in alcuni momenti, ricorda un po’ “La Storia Infinita” (un bambino triste che viaggia in altri mondi per affrontare i suoi problemi). Ma le differenze sono molte di più delle somiglianze.

La prosa è brillante e vivace.

Da evitare se: Se davvero odiate le avventure e la fantasia.


Foto di Elena Bertocci

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