Tre aggettivi: coinvolgente, lento, interessante
La trama in breve: Un tempo c’era un famoso eroe, che poi ha cambiato nome e si è nascosto in una cittadina a fare il locandiere. Adesso però ha un’occasione per raccontare la sua storia, piena di difficoltà e intrighi.
La recensione: “Il nome del vento” è un romanzo pieno di qualità, anche se non è perfetto. Tra i suoi punti di forza c’è la ricchezza dell’ambientazione, che è molto dettagliata, studiata fin nei minimi particolari. Mi è piaciuta anche l’importanza della musica nella storia: è una cosa emozionante, che non avevo trovato prima in altri libri. Per quanto riguarda il protagonista, Kvothe…può risultare eccezionale oppure insopportabile, a seconda dei gusti. Personalmente, l’ho trovato un personaggio ben riuscito, anche se riconosco che possa essere un po’ pesante. Forse la cosa che funziona meglio, a mio parere è la cornice: il Kvothe che ha cambiato nome, è fuggito, si è nascosto, e si decide a raccontare come ha fatto a diventare un eroe, e come ha fatto a finire a fare il locandiere in una cittadina in mezzo al nulla.
C’è da dire però che in alcuni punti la lettura procede un po’ a rilento, perché appesantita da sottotrame che aggiungono poco alla storia principale.
Questo romanzo è il primo di una serie tuttora incompleta. Comunque, tutto sommato, penso che valga una lettura, specialmente per gli appassionati di fantasy che cercano qualcosa di ben scritto.
La prosa è molto ben studiata, elegante e poetica.
Da evitare se: Se avete voglia di una storia veloce e poco impegnativa.
Foto di Elena Bertocci
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