Tre aggettivi: intrigante, complesso, divertente
La trama in breve: Nel 1634, la nave Saardam è pronta a partire dall’Indonesia per tornare ad Amsterdam. Subito prima della partenza, però, un misterioso messaggero di sfortuna avverte i passeggeri che la nave è condannata, perché un demone viaggerà con loro. Inizia così una storia tesa e sorprendente, fra omicidi
in alto mare, prodigi demoniaci e paranoia che cresce.
La recensione: Stuart Turton evidentemente ha un certo talento per i misteri succosi, le trame complesse e i colpi di scena soddisfacenti. Anche se il suo altro romanzo (“Le Sette Morti di Evelyn Hardcastle”) rimane a mio parere il migliore, c’è molto da apprezzare in “Il Diavolo e l’Acqua Scura”.
L’ambientazione è ricca di spunti interessanti: l’autore crea dei personaggi complessi e pieni di segreti, e li rinchiude per settimane su una nave in mezzo al mare, preda di forze che non comprendono, senza via d’uscita. Il risultato è un intreccio molto ben pensato, che unisce il puro divertimento del risolvere un mistero alla riflessione sulla natura umana e sul ciclo della violenza.
Qualche difetto c’è, specie nel ritmo della storia: ci sono punti del romanzo in cui il mistero è semplicemente troppo fitto, e l’interesse del lettore cala. I personaggi, poi, non hanno tutti lo stesso spessore. Tutto sommato, è un libro che a mio parere non regge il confronto con “Le Sette Morti di Evelyn Hardcastle”, ma è comunque godibile.
La prosa è scorrevole, anche se a volte un po’ troppo semplicistica.
Da evitare se: Se vi piacciono i romanzi storici perfettamente realistici.
Foto di Elena Bertocci
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