Partiamo dal presupposto che ognuno nella vita incontra una serie di difficoltà ed è destinato a provare confusione, rabbia, tristezza e paura.
Io amo moltissimo leggere storie horror, perché mi offrono delle metafore che mi aiutano ad elaborare ed esorcizzare questi sentimenti in modo sano. La paura non può essere completamente eliminata dalla vita, ma può essere compresa, affrontata, e sconfitta giorno dopo giorno.
Ci sono storie che si prestano molto bene a questo scopo: storie spaventose in cui possiamo proiettare le nostre stesse ansie, per affrontarle. Ad esempio, mi piace rileggere “Rosemary’s Baby” ogni volta che mi sento impotente, confusa, in balia degli eventi. Rileggo “Coraline” ogni volta che devo fare qualcosa che mi spaventa. Stephen King si presta molto bene a questo scopo, secondo me: “Shining” può aiutare a venire a patto con i propri demoni interiori, e con la paura di perdere il controllo; “L’Ombra dello Scorpione” è perfetto da leggere quando la vita è completamente sottosopra e non riusciamo a rimetterla a posto; “It” è il romanzo giusto a cui affidarsi per fare pace con il proprio passato e imparare a convivere con i propri traumi; “La Lunga Marcia” è il libro a cui ricorro sempre, quando sento che non sto prendendo la decisione giusta. Solo per citarne alcuni, perché King in questo campo è un vero maestro, e se dovessi elencare ogni suo libro staremmo qui tutto il giorno.
Lovecraft è un altro autore che mi ha dato spesso una mano: a volte ci si sente semplicemente stanchi e confusi, e non si riesce a dare una forma al proprio disagio…e allora che c’è di meglio di un po’ di horror cosmico? Leggo “Il Richiamo di Chthulhu”, o “Il Colore Venuto dallo Spazio”, o “La Cosa sulla Soglia”, o “L’Abitatore del Buio”, e improvvisamente mi sento sollevata: la mia confusione e la mia incertezza sono diminuite, perché le ho vissute al massimo leggendo Lovecraft, e così le ho esorcizzate.
Il bello dell’horror poi è questo: che tutte queste interpretazioni di tutti questi romanzi sono solo mie. Magari voi vedete dei temi completamente diversi, in queste storie. I libri parlano in modo diverso ad ogni lettore, stuzzicando pensieri diversi a seconda di chi siamo, e di che momento stiamo attraversando nella vita. L’horror ci offre uno spazio per affrontare i nostri sentimenti più dolorosi e difficili, ed uscirne sollevati.
In fondo, i racconti spaventosi sono sempre stati usati per tramandare insegnamenti, basti pensare alla tradizione orale delle fiabe…anche oggi possiamo usare una storia dell’orrore per imparare qualcosa sulla vita, sul mondo, e soprattutto su noi stessi e sui nostri sentimenti.
Per questo motivo secondo me l’horror è un genere così importante, degno di ogni rispetto. Oltre al fatto che è anche davvero appassionante.
Foto di Elena Bertocci
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