Tre aggettivi: ingegnoso, avventuroso, emozionante
La trama in breve: i Bastardi Galantuomini ordiscono una nuova truffa, questa volta ai danni della casa da gioco più ricca di Tal Verrar. Non sanno però che le cose diventeranno molto più complicate, fra intrighi politici, astuti inganni e avventure in mare aperto.
La recensione: Il seguito di “Gli Inganni di Locke Lamora” ne prende tutti i pregi (personaggi profondi e amabili, trama brillante, ambientazione spettacolare) e li eleva alla massima potenza.
Tal Verrar stordisce per quanto è vivace, lussuosa, ricca di dettagli. La storia è dinamica, piena di colpi di scena. E poi, ovviamente, ci sono i pirati…voglio dire, questo è di per sé un punto in più, specie perché i pirati in questione sono personaggi complessi e affascinanti.
Ma la cosa in assoluto migliore è lo sviluppo dell’amicizia fra Locke e Jean: il modo in cui il loro legame si incrina e si ripara, attraversa crisi e si evolve, lo rende un rapporto molto realistico, toccante, profondamente umano. Non sembrano personaggi inventati, sembrano due amici veri.
Infine, diventano sempre più intriganti e un po’ spaventosi gli accenni ad elementi fantastici, che rimangono in secondo piano ma iniziano a moltiplicarsi.
Tutto considerato, è un degnissimo seguito per la saga dei Bastardi Galantuomini…anzi, forse è anche meglio del primo.
La prosa è brillante e scorrevole.
Da evitare se: Se non vi è piaciuto il primo libro, se non vi piacciono le storie molto complesse o i personaggi moralmente ambigui.
Foto di Elena Bertocci
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