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Immagine del redattorebertoccielena

Gli Unici Indiani Buoni di Stephen Graham Jones

Tre aggettivi: brutale, spaventoso, malinconico


La trama in breve: Dieci anni fa, quattro amici giovani, spericolati e incuranti delle regole decisero di organizzare una battuta di caccia in terra vietata. Quella giornata ebbe un epilogo violento che nessuno di loro si sarebbe aspettato.

Adesso, qualcosa di selvaggio ritorna dal loro passato, per tormentarli: qualcosa che sa cosa hanno fatto, e non ha intenzione di perdonarli.


La recensione: Non si può negare che questo sia un bel libro. Gli va riconosciuta la scioltezza della prosa, ma anche il crescendo costante di tensione, e l’efficacia degli scoppi improvvisi e spiazzanti di violenza. Gli va riconosciuto anche il tentativo di affrontare tematiche umane fondamentali (vendetta, perdono, identità, accettazione, crescita).

Se siete in cerca di una buona storia di paura, questa sicuramente lo è: ci sono certi passaggi completamente terrificanti.

Se però siete in cerca di una storia con dei personaggi da amare, allora forse questo non è il libro per voi. Ricky, Lewis, Cass e Gabe sono segnati dalla disperazione in un modo che rende difficile capirli ed empatizzare con loro. L’unico personaggio ancora intero è Denorah, la figlia di Gabe.

Probabilmente il senso del libro è proprio questo: è un’esplorazione della colpa e della redenzione, è la storia della nuova generazione che si confronta con le mancanze, gli errori, lo squallore della generazione precedente.

Tutto sommato, è sicuramente una lettura interessante e spaventosa, ma comunque non sono riuscita a sentirla emotivamente quanto avrei voluto.

La prosa è schietta e d’effetto.


Da evitare se: Se cercate una storia con personaggi positivi.



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