Tre aggettivi: coinvolgente, inquietante, rincuorante
La trama in breve: La nostra protagonista è una contadina che vive in un paesino vicino ad un bosco vorace e pericoloso. Ogni dieci anni il mago del luogo, chiamato Drago, sceglie una ragazza da istruire. Quest’anno però la scelta porterà conseguenze imprevedibili ed enormi.
La recensione: Questo romanzo ha moltissimi pregi e un difetto. Partiamo dal difetto, tanto per togliercelo subito di torno: il personaggio del Drago può essere difficile da digerire all’inizio. Il suo comportamento viene spiegato nel corso del romanzo, è vero, però ciò non toglie che nei primi capitoli risulti odioso.
I pregi adesso: innanzitutto, il fatto che secondo me il Drago non è così importante. Per come la vedo io, questa è la storia di amicizia fra Agnieszka e Kasia: sono loro che deviano in continuazione la trama, è il loro rapporto che guida ogni svolta ed ogni decisione. Ed è un rapporto veramente bellissimo, ricco di affetto sincero, di lealtà assoluta, ma anche di complessità, momenti di rabbia e di riconciliazione. La loro amicizia è il cuore del romanzo, ed è veramente profonda, sfaccettata e ben scritta.
Un altro punto a favore è l’ambientazione. È un fantasy medievale, sì, però la sua particolarità è che prende ispirazione dalla mitologia dell’Europa dell’est: questo rende la narrazione molto suggestiva, ricca di pericoli che sembrano reali ed antichi. Leggere questo libro è come immergersi in una vecchia foresta piena di ombre e sussurri.
Ultimo enorme pregio, io l’ho trovato un romanzo molto rincuorante: si affrontano temi difficili, come la perdita e il tradimento, e attraverso diversi personaggi vediamo in quanti modi si può reagire a questi eventi terribili. A me pare che il libro ci suggerisca che c’è un modo per guarire, e questo è un messaggio importante da tenere sempre a mente.
La prosa è immediata e scorrevole.
Da evitare se: Non vi piace il fantasy o vi spaventate facilmente.
Foto di Elena Bertocci
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