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Cose Fragili di Neil Gaiman

Tre aggettivi: dolce, spaventoso, fantasioso


La recensione: “Dolce, spaventoso, fantasioso” potrebbero essere i tre aggettivi per descrivere il lavoro di Neil Gaiman in generale, in tutta la sua carriera.

In effetti “Cose Fragili” è un buon punto di partenza, se ci si vuole avvicinare a questo autore.

Ci sono storie, in questa raccolta, che sono divertenti e “leggere” (I Fatti Relativi alla Scomparsa di Miss Finch, Come Parlare con le Ragazze alle Feste, L’uccello del Sole). Altre sono terrificanti, un tuffo nell’horror puro (Chi Nutre e chi Mangia).

Molte, però, appartengono a quello specifico “mix Neil Gaiman” di tenerezza, paura e calore.

“Paese d’Ottobre” è il racconto autunnale per eccellenza, fatto di luci e ombre che si equilibrano a vicenda.

“Orario di Chiusura” è una storia dai tratti cupi, ma stemperati dalla malinconia e da una nostalgia dolce.

E “Il Sovrano del Glen” è la ciliegina finale su questa bellissima torta, un racconto del mondo di American Gods, pieno di umorismo, tristezza, coraggio, e puro amore per la mitologia.

Come dice l’autore nell’introduzione: “Ci sono così tante cose fragili, dopotutto. Le persone si spezzano così facilmente, e così i sogni e i cuori”. Le storie di Neil Gaiman ci dicono che non importa se a volte anche noi ci siamo spezzati: c’è ancora bellezza, e c’è ancora meraviglia, nonostante la paura.

La prosa, non c’è neanche bisogno di dirlo, è perfetta: delicata, divertente, poetica e avvincente.


Da evitare se: Non saprei. C’è qualcosa per tutti, in questa raccolta.



Foto di Elena Bertocci

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