Tre aggettivi: epico, intimo, sorprendente
La trama in breve: Sei storie che si intrecciano, collegando persone diverse attraverso i secoli.
Un giovane avvocato che affronta un difficile viaggio in mare nel 1800. Un musicista di grande talento che vive un rapporto complesso con il suo mentore, negli anni 30. Una giornalista degli anni 70 che indaga su insabbiamenti sospetti. Un anziano editore dei giorni nostri che affronta ostacoli assurdi. Un clone che lotta per dimostrare la sua umanità nella Corea del futuro. Un uomo in cerca di salvezza in quello che resta della Terra.
La recensione: Per quanto possa sembrare complesso, “Cloud Atlas” è un libro che si fa amare profondamente. Ognuna delle sei storie ha un ritmo e una prosa diversi, che si adattano al cambiamento di personaggi e ambientazione. Tuttavia, David Mitchell riesce a legarle l’una all’altra in modo ingegnoso: ogni racconto nasce dal precedente, sempre, anche se sono distanti decenni o secoli, e tutti sono accomunati dagli stessi temi: primo fra tutti, probabilmente, l’importanza della connessione umana e dell’empatia.
Sono storie molto profonde e molto emozionanti, perché i personaggi sono davvero ben fatti, le ambientazioni sono stupende, e i temi vengono esplorati in modo parecchio intelligente.
Quello che mi colpisce di più in assoluto è quanto siano diverse tra loro: come in “Le Ore Invisibili”, anche qui è come se David Mitchell cambiasse personalità da una storia a un’altra, sembrano davvero scritte tutte da persone diverse, con stili diversi, registri diversi, emozioni diverse. È impressionante.
È un libro veramente bellissimo, lo consiglio vivamente a chiunque voglia leggere qualcosa di molto intelligente e toccante.
La prosa cambia molto da una storia all’altra, ma è sempre stupenda e molto coinvolgente.
Da evitare se: Se non volete leggere niente che abbia neanche un accenno di elementi fantasy o fantascientifici.
Foto di Elena Bertocci
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