(spoiler per tutto il romanzo)
A cosa devo credere? pensò Shadow, e la voce gli rispose da un punto profondo nelle viscere della terra, con un rombo sordo. Credi a tutto.
“American Gods” è un romanzo con una premessa molto interessante: e se gli antichi dèi (Odino, Bastet, Kalì, Anansi, e molti altri) fossero scontenti del fatto di aver perso l’adorazione delle persone? E se fossero gelosi delle nuove divinità (la televisione, la tecnologia, internet) che hanno preso tanto posto nel cuore degli esseri umani?
E se anche volessero ribellarsi…cosa potrebbero mai fare questi vecchi idoli, indeboliti e disperati, contro i nuovi dèi, forti, brillanti e sicuri di sé?
Essendo un libro di Neil Gaiman, lo sviluppo della trama è molto intimo, incentrato sui personaggi, tratteggiati con precisione e delicatezza. È una storia malinconica, che ci pone davanti ad una domanda importante: che cosa possiamo fare, quando abbiamo perso tutto? Come possiamo reagire alla disperazione?
Ci vengono offerte molte risposte, attraverso le reazioni dei vari personaggi, e forse queste quattro sono le più incisive.
1)ODINO: L’INGANNO
Odino è astuto, spietato e perseverante. Non ha mai contemplato l’idea di arrendersi, di accettare il fatto di non essere più adorato. Odino fa parte di coloro che farebbero qualunque cosa, che compierebbero qualunque sacrificio, pur di rialzarsi. Questa sua caratteristica lo rende carismatico, magnetico: gli altri dèi lo seguono, perché rimangono contagiati dal suo assoluto rifiuto di arrendersi alla disperazione. Eppure, questa risolutezza lo rende crudele: non gli importa di vincere la battaglia, gli importa solo che la battaglia abbia luogo in suo nome, così recupererà il suo potere. E non gli interessa minimamente quanti dei suoi simili moriranno.
“Era una truffa. Un imbroglio combinato. Di vero non c’era niente. Era una trappola per un massacro”
“Esattamente” disse la voce di Wednesday dall’ombra. “Era un tavolo dove si barava. Ma era anche l’unico tavolo da gioco in città”
2)MAD SWEENEY: LA CADUTA
Mad Sweeney è un leprecauno, spericolato e attaccabrighe. Un tempo era potente, adorato per la sua follia e la sua imprevedibilità. Ma adesso, non ha più niente a parte l’alcol e la droga. Si affida a Odino, perché è incapace di trovare da sé un modo di salvarsi: ma quando commette un errore, e si ritrova da solo…
Sweeney muore, e non di una morte eroica e gloriosa: viene trovato ubriaco e congelato sotto a un ponte.
È un personaggio tragico, l’unico che non è riuscito in nessun modo a mantenere un briciolo della gloria del suo passato. È lo sconfitto. Eppure, cerca davvero di aiutare Shadow, di metterlo in guardia contro Wednesday, di insegnargli ad usare la riserva di monete del sole.
Ma alla fine, lui è quello che non ce l’ha fatta.
“E come avrebbero potuto whiskey e freddo uccidere me, un leprecauno di pura razza? No, è stata la perdita di quel piccolo sole d’oro a uccidermi, Shadow, a uccidermi per sempre, sicuro com’è sicuro che l’acqua è bagnata e i giorni lunghi e com’è sicuro che prima o poi c’è un amico che finisce per deluderti”
3)ANANSI: LA LEGGEREZZA
Anansi il Ragno è un personaggio piuttosto unico. Dio africano delle storie e dell’astuzia, Anansi è uno che semplicemente non contempla la disperazione. Veste colori sgargianti, canta nei locali, ama la bella vita, emana un fascino senza tempo fatto di ironia e furbizia. Anansi possiede tutte le storie: sa che, anche nei momenti più dolorosi, ogni storia vale la pena di essere vissuta. E sa anche che c’è sempre un modo, a volte inaspettato, di ribaltare la partita.
Anche nelle situazioni peggiori, c’è una certa forza nel sapere che, se sei sveglio e creativo, troverai sempre un sotterfugio brillante che ti salverà la pelle. Non è spietato e crudele come Odino, perché non crede che le cose vadano prese tanto sul serio. È gioioso e sicuro di sé.
“Perciò ricordatevi tutti quanti: solo perché siete piccoli non significa che non avete potere”
4)SHADOW: IL RINNOVAMENTO
Shadow, infine, è il nostro protagonista. È appena uscito di prigione, e si ritrova senza niente: sua moglie e il suo migliore amico sono morti, non ha una casa, non ha un lavoro.
Finisce così per accettare l’offerta del signor Wednesday, non avendo idea di cosa comporterà.
Shadow è un personaggio che attraversa un’enorme crisi personale, un dolore annientante. Eppure, nonostante questo, durante il romanzo dimostra grande empatia: verso gli antichi dèi e la loro disperata lotta, verso la sua giovane amica Sam, verso i ragazzi scomparsi, perfino verso il signor Wednesday, inaffidabile e crudele. Shadow ha un buon cuore. E grazie a questo, è in grado di affrontare la disperazione, di viverla fino in fondo, e di riuscire comunque a trovare una via d’uscita. È lui che capisce che la grande battaglia non deve avere luogo, risparmiando così le vite di tutti. Ed è lui che termina la storia purificato, rinnovato.
Il segreto della rinascita di Shadow sta nell’andare avanti, nel non pensare mai di aver capito tutto, di aver fatto tutto. Andare avanti, credere, fare del proprio meglio. Non ci può essere disperazione, se sai di aver ancora altro da scoprire.
“Dimmi una cosa, ragazzo ombra. Hai imparato qualcosa da tutta questa vicenda?” Shadow scrollò le spalle. “Non so. La maggior parte delle cose che ho imparato sull’albero le ho già dimenticate. Ho incontrato alcune persone. Non sono più sicuro di niente, è come uno di quei sogni che ti trasformano. Una parte del sogno rimane sempre con te, e dentro di te, in profondità, sai qualcosa, perché ti è successo, ma quando vai a cercare i dettagli ti sfuggono”.
“American Gods” è un romanzo che si comprende meglio, crescendo. Non è una storia epica ricca di azione, è cupa, e intima, ma anche a tratti spiritosa e commovente. La prosa di Neil Gaiman la rende appassionante, non riesci a smettere di leggere, e alla fine ti rendi conto di aver imparato qualcosa. O, come dice Shadow, se non altro ti è rimasto qualcosa dentro, in profondità, anche se quando vai a cercare i dettagli ti sfuggono.
Foto di Luisa Scopigno
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