Ho sempre preferito i romanzi alle storie brevi, perché c’è una soddisfazione impagabile nel passare tanto tempo al fianco dei personaggi di una storia, vederli crescere e cambiare. Un racconto non ti può dare la stessa esperienza. Può, però, essere toccante, o terrificante, o divertente o profondo, se ha una buona premessa ed è ben scritto. In ordine sparso, ecco altri cinque dei miei preferiti:
-I Villeggianti, di Shirley Jackson: Due pensionati, benestanti e un po’ presuntuosi, passano ogni estate nella stessa casa in riva al lago. Si fanno servire dagli abitanti del posto, e seguono sempre la stessa regola: tornare in città il primo weekend di settembre. Ma quest’anno…
Un racconto tipico di Shirley Jackson, pieno di sottintesi, con poca azione e molta atmosfera. Creato per inquietare, e far riflettere.
-Il Labirinto Lunare, di Neil Gaiman: Cos’è il labirinto lunare? Niente di che: è solo un vecchio dedalo di siepi, un’attrazione per turisti, una curiosità locale. O, forse, nasconde qualcosa di diverso?
È una storia molto breve ma affascinante: c’è qualcosa di profondamente ritualistico, nel labirinto lunare, tanto che sembra di aver messo piede in un’altra epoca, più magica e meno razionale.
-L’oculato Gettone da Poker di H. Matisse, di Ray Bradbury: Un uomo del tutto ordinario si ritrova, all’improvviso, con dei nuovi amici da intrattenere. Non volendo perderli, inizia ad inventarsi di tutto per compiacerli… e scopre, invece, la sua individualità e il gusto di esprimersi.
Questa è una di quelle storie che mi fanno sempre sorridere, un po’ folle ma in modo allegro, un inno all’eccentricità e alla fantasia.
-Cattedrale, di Raymond Carver: Quando la moglie annuncia che vuole ospitare un amico in casa (un amico cieco, per giunta) il marito, misantropo e scontroso, non è per niente contento. Ma la visita riserverà degli esiti inaspettati.
È un racconto dalla trama semplicissima, ma con una scrittura che è un capolavoro, e una ricchezza infinita di significati profondi. Ricorderò per sempre la prima volta che ho letto questo racconto: ero di pessimo umore, e questa bellissima storia di accettazione e vicinanza mi sciolse il cuore. Come succede a volte con le buone letture.
-Il Grande Dio Pan, di Arthur Machen: e per concludere, un po’ di sano horror cosmico con un tocco di Sherlock Holmes. Nella Londra vittoriana, un uomo conduce esperimenti su una ragazza per aprirle la mente e permetterle di vedere il dio Pan. Anni dopo, Londra è turbata dalla presenza di una donna di grande fascino, che sembra seminare morte e sfortuna. Fra antichi rituali e divinità al di là della nostra comprensione, è il racconto perfetto per lasciarsi inquietare e turbare.
Foto di Elena Bertocci
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