Tre aggettivi: fantasioso, entusiasmante, complesso
La trama in breve: Siamo in Argentina durante una brutale dittatura, e il nostro protagonista è un ragazzo
povero che lavora come becchino. Un giorno sta lavorando al funerale di un famoso fumettista, e vede
quattro uomini…quattro uomini che sembrano usciti direttamente dalle pagine del fumettista morto.
La recensione: Quando ero piccola e leggevo romanzi d’avventura, ero completamente rapita dalla storia.
Crescendo, quel senso di meraviglia e immersione totale si perde un po’: inizi ad analizzare quello che leggi,
noti i buchi di trama, sei capace di prevedere dove andrà a parare una storia. Diventa molto più difficile farsi sollevare di peso da un libro e farsi trasportare completamente in un’avventura.
Ecco, “Il re dei rovi” mi ha fatto riscoprire questa sensazione.
C’è un punto in questo libro in cui ho smesso di cercare di indovinare dove sarebbe andata a parare la
storia, mi sono lasciata andare, e ho sentito tutta l’ebbrezza e il puro divertimento delle vecchie storie d’avventura.
La trama è estremamente ricca e imprevedibile, i personaggi sono meravigliosi, l’ambientazione è originale e piena di vita.
Consiglio questo libro a tutti coloro che hanno voglia di perdersi in una storia entusiasmante
e bene articolata.
Un bonus: anche se il fumettista rappresentato in questo libro è inventato, è basato su Héctor Oesterheld, che è stato un vero fumettista argentino di enorme fama e talento, e che è stato davvero ucciso dalla dittatura nel suo paese. Questo romanzo riconosce le sue radici storiche, tratta di molti gravi problemi reali, e affronta questi temi con grande rispetto.
La prosa è secca ed efficace: ogni parola è ben calcolata e non ce n’è mai una di troppo.
Da evitare se: non vi piacciono le storie complesse, con molti personaggi da tenere a mente.
Foto di Elena Bertocci
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